Secondo le informazioni riferite dall’Ente locale della riserva naturale, lo squalo che ha attaccato il turista italiano nelle acque di San Andres ai Caraibi, è uno squalo tigre.
“Insieme allo squalo toro e allo squalo bianco è tra i più pericolosi. È in grado di nuotare anche in un metro d’acqua e può essersi avvicinato così tanto alla scogliera forse perchè probabilmente inseguiva altre prede.
E comunque gli attacchi di questo tipo sono eccezionali”. Così all’ANSA l’esploratore del mare Alberto Luca Recchi, che di squali tigre ne ha viste molte decine, esprime “dolore” per la morte del 56enne Antonio Straccialini, residente a Roseto degli Abruzzi, e “vicinanza” ai familiari. Secondo Alberto Luca Recchi c’è stata una catena di eventi sfortunati, alcuni dei quali potevano essere evitati : “Se invece di raccomandare di non entrare in quelle acque, l’Ente preposto avesse impedito con divieti di bagnarsi in quel tratto di mare, l’uomo sarebbe salvo. Perchè la vittima si trovava nel posto sbagliato nel modo sbagliato, ovvero da bagnante. Al 99 per cento questi attacchi non riguardano subacquei che con le bolle degli erogatori, le pinne che li fa sembrare più lunghi, la muta che impedisce gli odori e la maschera che sembra un grande occhio intimoriscono uno squalo che, in genere, attacca dì sorpresa”. “È possibile – aggiunge Recchi – che l’uomo fosse in piedi con le gambe in acqua e il busto fuori. In quel caso lo squalo ha visto solo dalla coscia in giù e ha commesso un errore dì valutazione”. Lo squalo tigre, dice poi, “morde senza pensarci troppo, perchè il suo stomaco puó estroflettersi e rigettare quanto non gradito, come la nostra carne, che per gli squali non è appetibile.
Infatti, in genere, la vittima muore dissanguata”. Ribadendo il dispiacere per il 56enne italiano, Alberto Luca Recchi sottolinea che, “al di là di questo tragico caso, le riserve di tutela marine vanno mantenute e anche aumentate e gli squali protetti, tutti, perchè sono fondamentali per la salute del mare”. (ANSA).