Un anno fa era un chiosco sulla spiaggia di Ostia: ora è una palafitta in bilico sul mare che avanza
Se questo succedesse a livello planetario andrebbero sott’acqua non solo Amsterdam o le Maldive ma anche Manila, Giacarta, Londra, New York, Miami, Venezia, Amburgo, Copenaghen, Tokyo, Shanghai, Calcutta e potrei continuare
Nell’ultimo spettacolo che ho fatto con Piero Angela all’Auditorium, gli hanno chiesto: “sui cambiamenti climatici ci sono due posizioni: gli ottimisti e i pessimisti, Lei dove si colloca?”.
Lui ha risposto così: “io non sono uno scienziato, ma nel dubbio ragiono con prudenza. Lei supererebbe un autotreno in curva? Nel dubbio dobbiamo comportarci da pessimisti e mettere mano ai rimedi subito.”
Nell’ultimo spettacolo che ho fatto con Piero Angela all’Auditorium, gli hanno chiesto: “sui cambiamenti climatici ci sono due posizioni: gli ottimisti e i pessimisti, Lei dove si colloca?”.
Lui ha risposto così: “io non sono uno scienziato, ma nel dubbio ragiono con prudenza. Lei supererebbe un autotreno in curva? Nel dubbio dobbiamo comportarci da pessimisti e mettere mano ai rimedi subito.”
Questa è Ostia. L’ultima volta che sono venuto qui, pochi mesi fa, aldilà di questo chiosco c’erano dieci metri di spiaggia prima del mare. Oggi la spiaggia non c’è più. È il mare che è salito o la spiaggia che è stata portata via? Poco cambia perché oggi in questo punto il mare è più alto di un metro o la costa più bassa di un metro.
Se questo succedesse a livello planetario (il mare che sale e la costa che scende) andrebbero sott’acqua non solo Amsterdam che è già sotto il livello del mare o le Maldive, dove il picco più elevato mi arriva alle orecchie, ma Manila, Giacarta, Londra, New York, Miami, Venezia, Amburgo, Copenaghen, Tokyo, Shanghai, Calcutta e potrei continuare.
L’innalzamento del mare di un metro è previsto dai climatologi entro la fine di questo secolo. Possiamo metterci al riparo solo facendo enormi investimenti in difese costiere e dighe, ma fare braccio di ferro con il mare è complicato.
A giudicare da questa foto, qualcuno “in curva” c’era davvero.