0
Press

Alberto Luca Recchi: “Se il vermocane punge è anche colpa nostra” – Rai News.it 30/06/2024

By 30/06/2024 No Comments

Per non averlo come nemico basta non calpestarlo e smetterla di pescare a strascico

Ho visto un servizio sul vermocane e sono balzato dalla sedia.
Cominciava definendolo: terrore dei mari, creatura mostruosa che fa strage di pesci, nuovo allarme dell’estate e perfino un danno per i pescatori perché complica il recupero dei pesci nelle reti.
Per fortuna il servizio chiudeva dicendo che non era vero nulla, non era il terrore del mare.

Io a un vermocane dedicai una doppia pagina nel libro “Dentro il Mediterraneo” scritto con Piero e Alberto Angela. Non mi ero affaticato troppo: il vermocane è colorato, un po’ rosso, un pò bianco, un po’ oro, ha un anello dietro l’altro come un corrugato, è pieno di piume e sta pure fermo. È come fotografare un albero. Facile facile.

La didascalia del libro diceva: “sembra un serpente piumato, ma attenzione: i ciuffi sono potenti aghi di difesa, rigidi e molto fragili. Se si tocca l’animale, gli aghi si spezzano e si infilano nella pelle, provocando dolori lancinanti. Il vermocane è un saprofago, cioè si nutre dei resti di animali morti.”

Quindi, primo non è vero che fa strage di pesci, anche perché è più lento di una tartaruga pigra e quando riesce a mangiarsi un pesce è perché quello è già morto.

Secondo, perché pretendiamo di toccare chi vogliamo o di poggiare il piede dove ci pare? A nessuno piace essere calpestato.

Terzo, io di vermocani ne vedo sempre meno in mare. Sembra che siano tanti solo perché oggi tutti fanno foto e le pubblicano da qualche parte.

Quarto, vogliamo smetterla di pescare a strascico? Unica occasione in cui un vermocane incontra un pesce e un pescatore incontra un vermocane.

La pesca a strascico è un flagello perché per prendere qualche pesce sul fondo, si uccidono tanti animali privi di valore commerciale che poi vengono ributtati in mare. Morti, ovviamente, vermocane incluso. Pescare con lo strascico è come cacciare in un bosco con il bulldozer, si prende qualche lepre o cinghiale, ma si distrugge il bosco.
In mare è uguale, si prende qualche scorfano o scampo, ma si uccidono vermocani, coralli, stelle marine, gorgonie, anemoni, cavallucci marini e altri, in pratica sì uccide il mare. E tutti questi animali sono pure morti inutilmente perché non sono commestibili.

 

I fondali del Mediterraneo sono devastati da questa pesca selvaggia.

E la cosa clamorosa è che per poter continuare a fare questa pesca assurda si usano i soldi delle nostre tasse, perché senza sussidi i pescatori a strascico chiuderebbero l’attività: non avrebbero abbastanza soldi per sostituire le reti, pagare il carburante, il fermo pesca ecc.. perché ci sono troppi pescatori e non abbastanza pesce.

Io credo che se i soldi delle nostre tasse fossero utilizzati per uccidere lepri o cervi, i contribuenti protesterebbero, per gli animali del mare invece no. Perché? Perché sono considerati “animali di serie B”.
Perfino gli addetti ai lavori, i politici e i media parlano di “stock ittico” e “quote di pesca” come se gli animali del mare fossero latte, ferro o carbone. Ma un pesce non è qualcosa, un pesce è qualcuno. E perfino il vermocane è qualcuno. Sì, è qualcuno: è lo spazzino del mare. E gli spazzini sono importanti.

Per non avercelo come nemico, basta non calpestarlo e smetterla di pescare a strascico.